FISIOTERAPISTA O OSTEOPATA? QUESTO IL DILEMMA.
Quando un percorso terapeutico prevede l’inserimento di una figura come il fisioterapista o l’osteopata, immancabilmente viene posta la seguente domanda: “qual’é la differenza dottore?”
La fisioterapia è una disciplina terapeutica che si concentra sul ripristino, il mantenimento e il miglioramento della funzionalità fisica e del benessere generale. Focalizzandosi principalmente sulle aree sintomatiche, i fisioterapisti utilizzano una vasta gamma di tecniche, compresi esercizi terapeutici quali il rinforzo muscolare, stretching e la stabilizzazione, terapie manuali come massaggi decontratturanti e apparecchiature specializzate quali tecar®, onde d’urto radiali e laserterapia per accelerare il processo di guarigione attuando una terapia localizzata sulla zona del dolore. L'obiettivo principale è recuperare la mobilità, alleviare il dolore e migliorare la forza e la flessibilità dei pazienti. Questo approccio è spesso utilizzato dopo interventi chirurgici, in caso di traumi o per affrontare disturbi muscolo-scheletrici e condizioni croniche.
L'osteopatia invece, spiega l’osteopata Umberto Colella, è una pratica medica alternativa nata a cavallo tra 800’ e 900’ dal medico americano Andrew Taylor Still che considera il corpo come un'unità singola, dove la struttura e la funzione sono strettamente interconnesse. Gli osteopati utilizzano principalmente le mani per diagnosticare le disfunzioni muscolo-scheletriche e un’attenta analisi della postura per capire come il corpo del paziente contrasta la gravità. Attraverso tecniche manuali favoriscono il ripristino dell'equilibrio corporeo, migliorando la mobilità delle articolazioni, la circolazione e la funzionalità dei tessuti. Questo approccio considera il corpo come un sistema interconnesso, per questo il trattamento è svolto non solo per migliorare il sintomo ma anche per comprendere e risolvere cause sottostanti che hanno portato a compensi adattativi e spesso causanti dolore. Il fisioterapista e l'osteopata, possono collaborare efficacemente nel trattamento dei pazienti, poiché entrambi hanno competenze complementari nella gestione del benessere fisico. La collaborazione deve avvenire in diversi modi iniziando da un approccio complementare dove il paziente riceve trattamenti da entrambe le figure poiché le loro competenze si integrano. Ad esempio, un osteopata potrebbe lavorare sulla correzione delle disfunzioni strutturali mentre il fisioterapista si concentra sul recupero funzionale dopo un intervento chirurgico o un infortunio. In seguito occorre che i due professionisti instaurino un dialogo per la condivisione delle informazioni e sugli eventuali problemi riscontrati durante le rispettive sedute per garantire un approccio integrato e coeso.In contesti clinici più ampi, come in studi medici, poliambulatori o strutture sanitarie, fisioterapisti e osteopati possono far parte di team multidisciplinari coordinati da una figura come il medico fisiatra che imposta piani di trattamento coinvolgendo entrambe le figure. In questo contesto, possono collaborare con altri professionisti come medici, terapisti occupazionali o nutrizionisti per garantire un trattamento completo e mirato per il paziente.
Di grande importanza, spiega il Dott. Cesare Cambini, osteopata e posturologo, la presenza di un posturologo per la valutazione del sistema posturale e la sua correzione.
La chiave della collaborazione tra un fisioterapista e un osteopata è la comprensione reciproca delle rispettive competenze e l'identificazione delle aree in cui i loro approcci possono integrarsi per massimizzare i benefici per il paziente.
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